mercoledì 12 novembre 2008

Una tensostruttura per salvare le mura di Amelia

Una vera e propria struttura a copertura dell'area interessata dal crollo delle mura che consentirà la protezione e la messa in sicurezza sia del cantiere che del tratto di mura ancora in piedi.
É quanto presentato ieri mattina, nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta a Palazzo Matteotti alla presenta dell'ingegnere della Regione Sandro Costantini, del sindaco di Amelia Giorgio Sensini, del vice sindaco Emanuele Pasero, dell'assessore ai Lavori Pubblici Fausto Varazi e dell'ingegner Stefano Ferdinandi.
Un incontro, voluto anche al fine di rispondere con chiarezza alle ipotesi più svariate nate tra la cittadinanza riguardo all'area: c'è chi in quella zona ha ipotizzato la costruzione di un passaggio, chi di un parcheggio, altri ancora di una galleria.
Niente di tutto questo. Per coprire l'area interessata dal crollo è stata scelt! a come soluzione una struttura che poggia su sei colonne in acciaio e che si sviluppa necessariamente in verticale, per un'altezza tale da superare quella delle mura e da consentire il movimento dei mezzi, come escavatori e perforatrici, del cantiere al suo interno; e, in orizzontale, la struttura si estende dall'area a monte delle mura e in corrispondenza del crollo, coprendo 1500 metri quadri di superficie in pianta, proteggendo il tratto del crollo e le parti prospicienti, e lasciando, al suo interno, la superficie libera per l'esecuzione dei lavori.
Per completare la struttura manca solo la copertura, il telo del tipo di quelli impiegati per le tensostrutture.
In tal modo, anche il tratto di mura ancora in piedi potrà trarne beneficio; verrà infatti messo al riparo dagli agenti atmosferici, una delle cause che ha determinato il cedimento dell'altro tratto, per evitarne ulteriori danneggiamenti.
Fatto rilevante, considerando anche che, visto il taglio dei finanziamenti governativi di un milione di euro per le mura, si prolungheranno i tempi dei lavori.
É prevista inoltre la regimentazione delle acque, in parte già realizzata, per non far creare una sorta di piscina nello scavo.
e operai e tecnici avranno così la possibilità di lavorare agli scavi all'interno di quest'area coperta le cui dimensioni sono state appositamente studiate al fine di garantirne libertà di movimento, nel rispetto e garanzia delle necessarie misure di sicurezza.
C'è chi l'ha definita eccessivamente imponente. I tecnici rispondo che si tratta di una struttura, valutata come fosse un edificio, imponente sì, ma necessariamente, in quanto deve consentire, in sicurezza, di eseguire tutte le operazioni previste e non, anche nella fase di ricostruzione.
La struttura è comunque provvisoria, verrà rimossa al termine dei lavori. Questa dunque la soluzione scelta dalla commissione interistituzionale, che dal 18 gennaio 2006 si è occupata delle varie fasi del crollo, delle verifiche sulle cause e della sicurezza da man! tenere per il tratto non crollato.
Una soluzione ritenuta più razionale rispetto a un'alternativa che era stata ipotizzata e che avrebbe comportato la disposizione di
"serre che sarebbero servite in modo limitativo - spiegano - solo per lo scavo a mano e non per la copertura delle mura, che avrebbero richiesto spostamenti continui, con costi maggiori e tempi più lunghi."
Una soluzione, quella adottata, da 400mila euro. E la Regione quest'anno ha trovato 500mila euro per continuare soprattutto gli scavi e la ricostruzione.
Ma per il futuro il rischio è che non ci siano più le risorse. Per far fronte a questo, l'amministrazione comunale ha intenzione di organizzare un incontro politico-amministrativo e convocare i parlamentari eletti in Umbria, la Soprintendenza, i rappresentanti del Governo e tutti gli altri interlocutori disponibili che possano dare indicazioni utili

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