domenica 3 agosto 2008

Federici: i macchinari ceduti ...

Anche Federici va in saldo. Mentre le aste fallimentari continuano ad andare deserte, da alcuni giorni dal pastificio si stanno portando via i macchinari.
Le prime ad essere state cedute sono state le trafile in bronzo, ma la messa all'incanto dei macchinari per la produzione separatamente dal capannone industriale dovrebbe essere già avvenuta, come peraltro previsto dall'iter fallimentare.
A suscitare perplessità per questa operazione perciò non è tanto il perché accaduta, ma il modo di procedere.
Tutto, infatti, sarebbe avvenuto senza preoccuparsi di interessare e far conoscere gli sviluppi alle parti sindacali o agli organi di informazione su questo sviluppo di una vicenda, che nel tempo ha lasciato sessanta persone disoccupate, oltre a privare Amelia della possibilità di vedere ripartire il suo ex fiore all'occhiello della produzione agroalimentare.
Ad accorgersi dello sgombero dei macchinari sono stati alcuni dipendenti, che hanno fotografato le gru e le auto che da giorni stazionano nello stabilimento, che dovrebbe essere lasciato vuoto entro febbraio il 2009.
Vendita o svendita?
Il dubbio che gli ex dipendenti vorrebbero vedere sciolto è proprio questo, oltre a conoscere se ciò è avvenuto all'interno di un processo di asta oppure su licitazione privata.
Il dubbio piuttosto concreto è che si sia trattata di una liquidazione, per cui nel caso i macchinari sarebbero stati ceduti a basso costo, come ferro da rottamare.
Se ciò venisse confermato la domanda sarebbe allora un'altra: nell'interesse di chi tutto ciò è avvenuto?
Sicuramente non dei creditori, tra cui anche gli ex dipendenti, che videro sfumare la proposta di alcuni imprenditori le cui proposte di subentrare nella gestione del pastificio vennero respinte in quanto la cifra richiesta dal tribunale era troppo distante dalle loro offerte.
Cifra, che da più parti venne ritenuta abbondantemente fuori mercato, ma su cui il curatore fallimentare non intese di transigere.
Dopo la quarta asta andata deserta - a dimostrare l'eccesiva esosità delle richieste - ora questa cessione dei macchinari, che pare andare nella direzione opposta di quanto deciso dal curatore fallimentare due anni fa, di partire da una base di asta di 12 milioni di euro, bloccando di fatto tutte le possibilità di veder ripartire lo stabilimento che si prospettarono al momento di prendere una decisione oramai due anni fa.
In tutto ciò, a far storcere il naso anche il silenzio calato intorno alla vicenda nell'ambito politico, a dimostrare di quanto sia corta la memoria una volta scemata l'ondata emozionale.

Andrea Boccalini dal Corriere dell'Umbria

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